top of page

Remote learning support

Public·37 members

Tutto Il Mio Folle Amore



Almost three decades have elapsed since Gabriele Salvatores won the Oscar for best foreign language film with his saccharine wartime ensemble drama Mediterraneo (1991). Judging by his latest Venice world premiere, Tutto il mio folle amore, the 69-year-old Neapolitan writer-director has lost none of his prodigious appetite for sun-drenched feel-good travelogue stories with more style than substance.




Tutto il mio folle amore



Loosely based on real events, this contemporary road movie chronicles a bumpy reunion between a troubled teenager and his louche, long-absent father. After making its debut out of competition on the Lido, Tutto il mio folle amore is set to open Oct. 24 in Italy. Salvatores has a pretty strong track record at home, but a warm international welcome is far from assured for his latest heart-tugging melodrama, which lays on the treacly mawkishness way too thickly. At times, it is almost indigestible in its sugary sentimentality and facile life-is-sweet message.


There is a sweet father-son road movie at the heart of Tutto il mio folle amore, a picaresque fantasia peppered with sly allusions to Don Quixote. But Salvatores obliterates any such subtle shading by cranking everything up to 11, drenching even the most tender interludes in soapy emotionalism, saturated colors and jarringly sentimental music. The cast do their best with this stilted, kitsch material but maximum credit must go to Pranno, whose thankless big-screen debut requires him to deliver a gratingly mannered performance of face-pulling, stammering, windmill-armed excess.


Lo ammettiamo subito: nello scrivere la recensione di Tutto il mio folle amore non possiamo non sorridere, perché siamo usciti dalla sala pervasi da una sensazione di benessere. Come dice uno dei protagonisti, abbiamo bisogno di parole che facciano bene, come il pane. In questo caso è il film di Gabriele Salvatores, presentato fuori concorso a Venezia 76 e nelle sale italiane dal 24 ottobre, che regala 97 minuti di positività.


A fare da contraltare alla leggerezza di Willy c'è la coppia di genitori interpretata da Valeria Golino e Diego Abatantuono: attenti, forse anche troppo, con una vita programmata al dettaglio, amano Vincent più di qualsiasi cosa e, nonostante i momenti difficili, riescono a vedere oltre il suo problema, apprezzandone la curiosità e l'entusiasmo. Avere sempre tutto sotto controllo però non è facile: chiunque, al minimo imprevisto, può cadere nel panico. E proprio in un momento di sconforto, per rassicurare la compagna, Mario dice una cosa molto semplice ma assolutamente vera: la felicità non è un diritto, è una botta di culo.


Diego Abatantuono e Valeria Golino sono una sicurezza, mentre Claudio Santamaria stupisce in un ruolo diverso, grazie a cui lo sentiamo anche cantare. Molto bene tra l'altro. A conquistare lo schermo è però Giulio Pranno: un talento puro, molto fisico, che buca lo schermo con la sua naturalezza e intensità. Il rapporto padre-figlio che mettono in scena è commovente e sincero, spingendo lo spettatore a chiamare immediatamente i propri genitori a fine visione, magari per sentirli ed essere rassicurati, o a cercare una riconciliazione in caso di rapporti non proprio sereni. Come dicevamo in apertura, pur se non esente da difetti (visto il tema trattato certi passaggi forse sono troppo favolistici, ma è una chiara scelta del film), Tutto il mio folle amore è una dose di felicità che non può non farci lasciare la sala con un sorriso.


Tutto il mio folle amore, film diretto da Gabriele Salvatores, è ambientato a Trieste, dove vive Vincent (Giulio Pranno), un sedicenne chiuso in un universo tutto suo, affetto da una forma di autismo e da un disturbo della personalità sin dalla nascita. Proprio a causa della sua situazione, questi ultimi sedici anni non sono stati facili per nessuno, né per il ragazzo stesso né per sua madre Elena (Valeria Golino), che ha dovuto confrontarsi giorno dopo giorno con i problemi causati dai disturbi del figlio. Ad aiutare la donna è arrivato col tempo il suo compagno, Mario (Diego Abatantuono), che ha trattato sin da subito il giovane come suo figlio, adottandolo. Quello che si viene a creare nella famiglia è una sorta di equilibrio, seppur molto precario, nel quale i due adulti riescono tra alti e bassi a gestire Vincent. In questa situazione delicata irrompe una sera Willi (Claudio Santamaria), padre naturale del giovane e cantante squattrinato, che ha abbandonato Elena nel momento stesso in cui ha saputo che era incinta. In procinto di partire per un tour nei Balcani, l'uomo vuole conoscere il figlio che non ha mai visto, ma non immagina neanche lontanamente la situazione che si ritroverà davanti. Vincent, però, vede nel padre e nel suo furgone un tentativo di fuga e, nascosto nel veicolo, parte insieme a Willi, all'insaputa di quest'ultimo. L'occasione permette ai due di conoscersi meglio e approfondire quel legame di sangue che hanno ignorato per sedici lunghi anni. In questo viaggio nei Balcani e nei sentimenti, Willi e Vincent avranno modo di confrontarsi e parlare, così come Elena e Mario, partiti alla ricerca del figlio.


Liberamente ispirato al romanzo Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, che racconta la storia vera di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in furgone nei Balcani, da Trieste, Tutto il mio folle amore è un film Drammatico di Gabriele Salvatores. Con nel cast Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono, Giulio Pranno e Daniel Vivian. E inoltre Marusa Majer, Tania Garribba e Maria Gnecchi. Distribuito nei cinema in Italia giovedì 24 ottobre 2019.


Sono passati sedici anni dal giorno in cui Vincent è nato e non sono stati sedici anni facili per nessuno. Né per Vincent, immerso in un mondo tutto suo, né per sua madre Elena e per il suo compagno Mario, che lo ha adottato. Willi, che voleva fare il cantante, senza orario e senza bandiera, è il padre naturale del ragazzo e una sera qualsiasi trova finalmente il coraggio di andare a conoscere quel figlio che non ha mai visto e scopre che non è proprio come se lo immaginava.


Tutto il mio folle amore prende il titolo da un verso della canzone di Domenico Modugno "Cosa sono le nuvole", a sua volta titolo dell'episodio di Capriccio all'italiana diretto da Pier Paolo Pasolini.


Vincent non è il figlio che Willi si aspettava ma il loro incontro produce subito per Vincent, che vive in un mondo tutto suo, un forte sentimento per suo padre, tanto da nascondersi nella sua macchina e rivelarsi solo quando Willi è troppo lontano e non ha tempo per riportarlo indietro, il lavoro lo attende.


Un viaggio On the road non nella malattia ma nella ricerca di se stesso, un viaggio di apprendimento dove il padre impara a crescere e ad essere padre e il figlio impara ad esprimere il suo amore di figlio.


Tutto il mio folle amore non è solo un viaggio per i Balcani, ma soprattutto un viaggio per strade senza nome dove sentimenti ed emozioni trovano spazio per volare. Dal 24 ottobre anche il pubblico potrà volare insieme ad Elena, Vincent, Mario e Will. 041b061a72


About

Welcome to the group! You can connect with other members, ge...
bottom of page